Prostituzione e traffico di esseri umani arresti a Cuneo
"L'Altra faccia dell'immigrazione, tra criminalità, sfruttamento e abusi"
Si tratta della seconda tranche delle indagini, dopo la serie di
arresti effettuati dalla Squadra Mobile in novembre: è un’operazione
complessa e tuttora in atto di contrasto allo sfruttamento della
prostituzione.
Le ragazze, provenienti soprattutto dal Benin, vengono costrette ad
entrare nel giro della prostituzione tramite riti voodoo, cui per
tradizione sono molto legate. Sin dai 18 anni, ma alcune anche prima,
vengono spinte sulla strada; dai 30 anni circa alcune diventano mamans, approntando la scalata sociale all’interno dell’organizzazione.
Dopo gli arresti dell’autunno scorso, le indagini si sono concentrate
su un gradino superiore della gerarchia criminale: sono stati
individuati e fermati i “proprietari” di porzioni della città di Cuneo,
che cedevano il permesso di prostituirsi in determinate zone in cambio
di un affitto mensile sui 400/500 euro.
Sono inoltre stati arrestati dei trafficanti di esseri umani che favorivano l’ingresso di giovani clandestine in Italia.
Per il primo caso, ad essere arrestate sono due donne (classe 1980 e
1975), nigeriane, cui le giovani prostitute dovevano pagare l’affitto di
zone in località Madonna dell’Olmo. Del traffico di persone sono invece
accuasati due soggetti, uomo e donna, classe 1980 e 1985.
Le indagini hanno rilevato ripetuti fenomeni di violenza e minaccia
ai danni delle giovani che non pagavano l’affitto: le padrone inviavano
nella medesima piazzola altre prostitute, ingenerando così un’invasione
di campo che portava alla rissa e anche ad accoltellamenti tra le
nigeriane.
La prima arrestata, per allargare il giro, stava pianificando
l’ingresso di altre ragazze: l’accordo era di far giungere una ragazza
dalla Nigeria, ma l’intervento della Mobile ha mandato all’aria i loro
piani. Una donna arrestata è stata fermata a Malpensa, mentre scendeva
da un aereo proveniente dalla Nigeria, dove si era verosimilmente recata
per concludere l’affare.
Due dei quattro arrestati sono domiciliati nel torinese, due
nell’astigiano: operano appositamente fuori provincia di residenza, per
depistare le tracce.
“L’intento è di tagliare le radici criminali delle organizzazioni che
sfruttano le giovani, non di demonizzare le prostitute, che spesso sono
ragazze costrette a vendersi, in condizioni igieniche spaventose”,
conclude Battisti, capo della Squadra Mobile.
“Coloro che vanno con le prostitute dovrebbero anche essere a conoscenza della spirale criminale che vi è dietro”.
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