Esclusivo: "Io ragazza madre, non mi riconosco più in questa Italia"
Le Interviste di Ne Parlano a Cuneo
"Non amo più questo paese, perchè davanti ai propri cittadini in difficoltà, predilige sempre gli immigrati"
"Non amo più questo paese, perchè davanti ai propri cittadini in difficoltà, predilige sempre gli immigrati"
E' un lunedì mattina come tanti nella redazione di Ne Parlano a Cuneo. I nostri inviati in giro per la Granda ci inviano tante notizie che come sempre raccontano ciò che accade nella nostra amata provincia. Come ogni giorno, leggo con attenzione le tante mail che i nostri lettori ci mandano al nostro indirizzo neparlanoacuneo@libero.it ma ne trovo una in particolare che attira più d'ogni altra la mia attenzione. Ci scrive una ragazza di appena vent'anni, ma con alle spalle già una lunga vita fatta di sacrifici e momenti difficili. Perde il padre quando ancora è in fasce, insieme ad altre tre sorelle poco più grandi di lei cresce grazie ad una madre coraggiosa e piena di buona volontà, che si spezza la schiena da sempre, per garantire alle sue bambine una vita almeno dignitosa. Cresce in fretta, Laura, così la chiameremo per tutelarne la privacy, imparando che la vita non è fatto una passeggiata se sei un'italiana nata in Italia. La storia è molto triste. Decido così di contattarla, le chiedo un'incontro che accetta volentieri, questa è la sua intervista.
"Nella mail che ci hai mandato, dici di non riconoscerti più in questa Italia, te la senti di spiegarci le motivazioni di questa affermazione?"
Io nasco in una famiglia povera. Il mio povero Babbo, è mancato senza che io potessi conoscerlo, sono l'ultima di quattro sorelle che oggi hanno 27, 25, 22 ed io 20 anni. La mia adorata mamma, nonostante da sempre soffra di problemi cardiaci, ha costantemente lavorato, anche giorno e notte, per permetterci di studiare e garantirci ogni giorno un pasto caldo. Dio solo sa quanti sacrifici ha fatto per noi.
Siamo cresciute in fretta, a 14 anni già lavoravo, come del resto tutte le mie sorelle, per poter aiutare nostra madre e permetterle di riprendere fiato ogni tanto. Ma si sa, in questo paese, se sei italiano non aspettarti aiuti, quelli sono riservati agli stranieri.
"Cosa ti fa dire queste cose?"
Perchè ho vissuto sulla mia pelle questo drammatico problema. Nelle case popolari, nonostante la nostra condizione economica non certo da benestanti, non vi è mai stato posto, gli immigrati dai tanti figli e dalla poca voglia di lavorare, hanno sempre avuto la priorità, nelle graduatorie dei comuni in cui abbiamo fatto domanda. Abbiamo così vissuto per anni in tuguri in affitto, senza mancare neanche una volta di pagare il canone, perchè a differenza sempre degli altri condomini stranieri, a noi il comune non ha mai pagato alcuna bolletta.
"Potresti spiegarti meglio?"
Certo. Mentre a noi per mancato pagamento ci veniva repentinamente staccata luce, gas e pure l'acqua potabile, per non parlare degli sfratti immediati dopo appena due mensilità non onorate, ai nostri vicini immigrati, puntualmente pensava il comune, la caritas o l'assistente sociale a sistemare le cose, alla faccia nostra e della mia povera mamma che rinunciava alla cena pur di vivere nella legalità.
"Quello che dici ha dell'incredibile. E' un palese caso di razzismo al contrario...."
Esattamente. Sfido chiunque, ovviamente solo se italiano, in questo periodo di grande crisi, nell'impossibilità di pagare una bolletta, a rivolgersi al proprio comune per un'aiuto. Nella migliore delle ipotesi, troverà qualcuno che gli ride in faccia. Mentre per gli stranieri tutto è concesso...
"Ma la tua storia, non finisce qui. Quello che abbiamo raccontato è solo l'inizio. Da quando hai 16 anni, per non pesare sulle spalle di tua madre, hai deciso di andare a vivere da sola. Con il tuo compagno di allora. Entrambi lavoratori precari, un monolocale nella zona vecchia di Cuneo, un affitto da pagare, tante bollette, qualcosa per vivere. Poi arriva la piccola Dorotea. La gioia più grande, ma anche l'inizio dei problemi.
Il lavoro non c'è più. E il tuo ormai ex compagno, preso dal panico, ti lascia sola. Non commentiamo per non infierire su un personaggio che definire codardo è dire poco, ma la realtà va comunque affrontata. Ci spieghi com'è andata?"
Non volevo più pesare sulle spalle di mia mamma. Non poteva più lavorare, era troppo stanca e malata. Così, come prima di me fecero le mie sorelle, ad appena 16 anni ho deciso di andare a vivere da sola, con il mio ex compagno, che era di 4 anni più vecchio di me. Entrambi avevamo il tipico contratto italiano, a termine e senza garanzie. Poco più di uno stage. Tra sacrifici e tribolazioni, si riusciva malapena ad arrivare alla fine del mese, ma ce la si faceva. Poi ho scoperto di essere in cinta. La prima cosa che mi è stata consigliata al consultorio, vista la mia situazione, è stata quella di abortire.
"Stai dicendo che al consultorio, ti hanno consigliato di interrompere la gravidanza per la tua situazione economica?"
Esattamente. Ma ti dirò di più. Mi è stato anche detto che, se io fossi stata straniera, avrei avuto maggiori benefici economici dalla gravidanza, mentre essendo italiana la mia bambina, sarebbe stata solo un costo che avrei dovuto affrontare da sola.
"Come abbiamo scritto più volte, per gli immigrati, fare figli è un business. Ma che a dirlo sia un'ente statale e pure in questo modo, fa davvero riflettere..."
Fa arrabbiare, per non dire altro. Infatti ovviamente, ho preso la porta e me ne sono andata.
Non potevo pensare di rinunciare alla vita che cresceva in me, solo perchè lo stato in cui pago tasse da quando sono nata, non ha tempo e voglia di occuparsi dei suoi cittadini perchè troppo impegnato ad aiutare i clandestini.
"Una mamma coraggio. Ma il coraggio non è una virtù comune..."
Purtroppo è così. La stessa idea non l'ha avuta il mio ex. Infatti appresa la notizia, s'è fatto le valige e se ne è andato via, lasciandomi sola in questa situazione.
"Poi è nata la piccola Dorotea, e tu sei tornata a vivere con la mamma..."
Grazie a Dio ho una mamma, invece molto coraggiosa, che a braccia aperte mi ha accolta nella sua piccola ma accogliente casa, e con la sua pensione sociale minima, di poco più di 500€, mi sta dando l'aiuto che nessun altro ha voluto darmi.
"500€ di pensione, tre bocche da sfamare, una bimba da crescere, bollette e affitto da pagare... come si fa a sopravvivere?"
Non si può sopravvivere. Il lavoro non si trova, chiedendo in giro tutti ti rispondono che preferiscono le straniere, badanti, baby sitter, operaie, commesse ecc... l'immigrata costa meno, non ha pretese e dopo qualche anno ritorna a casa sua col malloppo, l'ideale per l'Italia dei contratti da schiavismo. Chiede aiuto è impossibile, perchè comuni ed enti sociali vari pensano solo agli immigrati, e mentre il governo continua a salvare clandestini in mare, noi italiani siamo alla canna del gas....
"Hai pensato di farla finita?"
Mi ha tenuto in piedi la voglia di dare un futuro alla mia bambina e l'esempio di grande sacrificio della mia mamma. Più volte però ho capito cosa spinge decine di nostri connazionali al folle gesto di togliersi la vita. Lo stato sta facendo terra bruciata attorno a noi, ci sta ghettizzando, eliminando diritti e imponendo doveri ed oneri sempre più gravosi ci sta mettendo in ginocchio e i nuovi italiani, sono già pronti per sostituirci.
"Questo sconforto, ti ha portato a seguire l'esempio di un'altra ragazza con una storia simile alla tua, che ha chiesto al membro del gruppo Bilderberg Enrico Letta e all'ex comunista Napolitano di ritirarle la cittadinanza per poter così essere allo stesso livello dei cosiddetti migranti?"
Esatto. Vorrei prendere un aereo per il nord Africa e poi tornare su a bordo di un barcone. Solo in questo modo, senza documenti e senza identità, potrei rifarmi una vita.
Avrei finalmente diritto alla casa popolare, alle bollette pagate, ai 35€ al giorno come contributo, alla sanità gratuita, ad un lavoro di mio gradimento e a tutti i servizi socio assistenziali che oggi sono un'esclusiva degli stranieri.
"Cosa di ferma ancora?"
L'amore per l'Italia. Sono fiera d'essere italiana, nonostante le istituzioni stiano facendo di tutto per cancellare questo mio sentimento. Io non ce l'ho con l'Italia, la mia Nazione non ne può nulla. La colpa è di quei farabutti che l'amministrano, maniche di burocrati parassiti che hanno a cuore solo il loro schifoso interesse nonché quello delle lobby che gli pagano lo stipendio.
"Se potessi parlare con il burattino che oggi è capo del governo, cosa gli diresti?"
Caro Letta,
Io capisco che il sacrificio e la povertà, non sono cose che appartengono alla tua esistenza, fatta di ricchezza e potere. Ma devi capire che non tutti gli italiani hanno la tua stessa fortuna.
Sei stato nominato, per guidare questo paese in un momento assai delicato.
La decisione presa dal Re Napolitano, nella sua ignobile funzione di dittatore ad interim, ti ha concesso poteri che nessun premier a mai avuto prima di te negli ultimi vent'anni.
Usali per il bene del tuo popolo.
Io vedo lo stato come un Padre di famiglia. In questo momento, il popolo, che ne è il figlio, sta morendo lentamente tra atroci sofferenze.
Questo Padre codardo e senza orgoglio, con le risorse che ha a disposizione, invece di curare il proprio erede malato, si dedica ad aiutare il figlio del vicino, che guarda caso è la causa stessa di buona parte del male della propria stirpe. Questo è vergognoso.
Un Padre che fa una cosa simile, perde ogni diritto e non potrà mai più permettersi di chiedere nulla a quel figlio, semmai dovesse guarire.
Spero che la metafora sia stata chiara. Uno stato che lascia morire i propri cittadini, non è degno di questo nome.
"Quali sentimenti provi, vedendo lo stato che sperpera 80 miliardi di euro all'anno a favore degli immigrati? Vedendo città come Milano che investono milioni di euro per regalare casette in legno all inclusive ai Rom? Vedendo una realtà come Saluzzo che cede alle pressioni degli abusivi e regala loro luce e acqua? Ed infine assistendo quotidianamente agli sbarchi di clandestini accolti tra abbracci e carezze?
Rabbia, schifo, frustrazione, vergogna, amarezza... Vedere da un lato queste assurde concessioni e dall'altro ignobili abusi legalizzati, mi fa solo pensare una cosa... Io non mi riconosco affatto in questo stato.
"Eppure, anche tra le gente comune, c'è chi ancora pensa che l'immigrato sia una risorsa e che vadano sempre e comunque aiutati...."
Una volta si diceva che la mamma dei cretini è sempre in cinta.
A queste persone buoniste, direi, se amate così tanto i clandestini, andate a vivere in africa con loro! Mi piacerebbe parlare con queste persone, ma non oggi. Domani, quando magari vedranno il figlio ammazzato a picconate da un Negro, o la figlia stuprata da un romeno. Domani, quando perderanno il lavoro, perchè i posti dovranno essere assegnati prima agli immigrati o quando la loro casa verrà derubata da una banda di criminali albanese senza alcuna remora e paura. Domani, chiederei loro di accogliere a braccia aperte gli stranieri.
"Siamo arrivati alla fine, di questa lunga intervista. Ti ringrazio per il tempo che mi hai concesso, ma sopratutto ti ringrazio per la storia che ci hai raccontato. Speriamo che possa essere un monito, per tutti coloro che ancora hanno il salame sugli occhi..."
Lo spero vivamente ma ne dubito. Certa gente, finchè non proverà la vera faccia dell'immigrazione sulla propria pelle difficilmente sarà capace di aprire gli occhi. E temo che purtroppo, quando ciò avverrà, sarà troppo tardi....
Intervista a cura della Redazione di Ne Parlano a Cuneo
Realizzata da Luna De Gattis
Ogni diritto è riservato.
Si ringrazia L.P. per la gentile concessione.
Il problema dell'immigrazione, in Granda, come del resto in tutta Italia, è sempre più evidente. In molti fanno finta di nulla, accecati da un semplicismo e da un buonismo che non porterà a nulla. E' tempo che la gente comprenda che il limite è stato superato. Le Interviste di Ne Parlano a Cuneo continueranno anche nei prossimi giorni. Diamo voce a chi vive sulla sua pelle, la vera faccia dell'Immigrazione....
CONTINUA...
altro articolo farsa..sembra una storia da libro cuore, solo che come al solito la colpa è tutta degli immigrati, la mamma malata, la piccola dorotea, il compagno che scappa, la cattivona al consultorio che consiglia l'aborto..ma quanta fantasia luna de gattis, almeno ogni tanto cambia copione e domande..
RispondiEliminap.s. cambia anche il banner a fondo pagina, ti do un consiglio:
le notizie che gli altri non vi possono dare..perchè le inventiamo noi..ahahahahahahahaha