Pestato a Sangue dai "Nuovi Italiani"
"Io Ragazzo Down picchiato senza pietà, vi racconto il vero Razzismo"
Intervista Esclusiva - A cura di Matilde Borromeo
Intervista Esclusiva - A cura di Matilde Borromeo
Ha la passione per la musica, mentre gli parliamo non perde occasione per canticchiare qualche ritornello di Max Pezzali, suo idolo da sempre. Adora il calcio, tifa Juve, rimpiange Del Piero ma ama già alla follia il nuovo numero dieci bianconero Tevez. Michele è un ragazzo normale, come tanti. Va a scuola, non sempre con il sorriso sul viso, gli piace studiare ma ancor di più starsene sul divano a giocare alla Play Station. Ha molti amici e pure qualche amica speciale. Michele ha 17 anni, ed è un ragazzo Down.
"Essere Down è bello, mi fa sentire speciale. Vorrei che anche gli altri, anche tutti gli altri mi vedessero come persona speciale..."
La sua salute non lo ha condizionato troppo nel suo percorso scolastico. L'insegnante di sostegno lo aiuta, ma nel limite del possibile cerca sempre di avere una certa autonomia, in poche parole Michele vuole essere semplicemente come tutti i suoi coetanei.
"Mi piacciono le ragazze. Tanto... Ho due fidanzate.. ma dovrò sceglierne una prima o poi.. ma per ora va bene così.. a loro non da fastidio.."
Mentre parla Michele trasmette allegria, buon umore, gioia. Emozioni che non ti aspetteresti da una persona che ha comunque una vita più difficile degli altri. E' felice, ci dimostra il suo affetto, la sua amicizia. E' raro in questo mondo trovare persone così tra i cosiddetti "normali".. Purtroppo però Michele ha anche una storia buia da raccontarci.. Ci ha chiamati proprio per questo...
"Io sono amico con tutti. Mi piace l'amicizia, le persone. Sto bene in compagnia, non mi piace stare da solo. Ma purtroppo non tutti stanno bene con me...
All'uscita della scuola c'era un gruppetto di ragazzi più grandi.. avevano già la maggiore età.. perchè arrivavano in macchina.. Due erano di colore, con grandi orecchini e pantaloni da rapper.. sembravano quelli che si vedono su MTV... gli altri tre erano bianchi.. ma non italiani.. mi hanno detto che erano dell'est.. non lo so... Rumeni... Albanesi..."
Ora Michele cerca di raccontarci la sua terribile esperienza. Non nego che in questi passaggi il ragazzo solare che abbiamo conosciuto poco prima diventa di colpo triste, serio, spaventato. Fa fatica a ricordare, fatica a parlare.. ma lo vuole fare comunque, vuole denunciare!
"Erano quasi sempre vicino alla fermata dell'autobus.. dove noi più piccoli ci raduniamo prima di tornare a casa.. Già altre volte mi avevano offeso.. aggredito ma solo verbalmente.. qualche spintone... mi dicevano che ero solo un Mongoloide e che se dipendeva da loro dovevo morire... che se nascevo al loro paese mi avrebbero abortito.. che faccio schifo.. che non valgo nulla..."
Su queste parole, la mamma di Michele si lascia andare in un pianto quasi liberatorio, anche lui ha gli occhi lucidi, ma appena la mamma si lascia andare lui cambia subito sguardo, inaspettatamente ritrova il sorriso ed il coraggio a cui ci aveva abituati, abbraccia la madre e le dice di non piangere.. è lui a consolare lei.. con grande orgoglio le ricorda che quelli sono solo feccia, che il mondo è ben altro.. l'Italia è ben altro...
"Questa volta però volevano di più.. stavo ascoltando con l'I-Pad una canzone di Max.. come faccio sempre.. non li consideravo proprio.. anzi non li avevo neppure visti.. ad un tratto mi sento le cuffiette strappate via dalle orecchie.. uno di questi mi toglie l'I-Pad e inizia a dire che suo.. che a me non serve perchè sono troppo scemo per usarlo.. Io lo rivoglio.. insisto.. cerco di prenderlo.. E' una cosa mia, a cui tengo molto.. Non hanno il diritto di portalo via.. In poco tempo li ho tutti e cinque attorno.. mi spintonano.. mi sputano addosso.. cado a terra.. mi prendono a calci.. mi rompono gli occhiali.. sanguino.. nessuno fa nulla.. anche perchè molti compagni erano già andati via.. da solo con questi cinque.. ho preso tanti calci.. le loro suole sulla mia faccia.. volevano che gli leccassi le scarpe.. non l'ho fatto.. hanno cercato di strapparmi la giacca.. i vestiti.. volevano spogliarmi.. non lo so.. poi è arrivato qualcuno.. ho sentito delle grida.. sono scappati.. l'I-Pad per terra vicino a me..."
Gli aggressori di Michele erano già noti alle forze dell'ordine. Tutti poco più che maggiorenni, un paio Nati in Italia da genitori Albanesi, un Marocchino e due Congolesi giunti da noi quando ancora erano molto piccoli. Insomma i cosiddetti "Nuovi Italiani" la generazione Balotelli, quelli tanto amati ed osannati dalla ministra congolese Kyenge. Ragazzini che dovrebbero essere integrati, ampiamente coesi con la nostra società, rispettosi delle nostre leggi e ovviamente doverosamente coscienziosi di quello che è il nostro uso e costume. Invece si mostrano per ciò che sono, bestie senza scrupoli, vigliacchi aggressori che sfogano le loro frustrazioni contro un ragazzo indifeso e solo. Anime senza cuore, codardi ed infami.
"Non li posso perdonare... ci penserà poi Dio.. se lo riterrà giusto...
Mi hanno fatto male, ma il dolore più grande è quello causato dalle loro parole, dagli insulti, dagli sputi.. I lividi delle botte passano, le loro facce vigliacche resteranno a lungo nella mia mente..."
Michele è un ragazzo forte, ha avuto la forza di denunciare, di raccontare la sua storia. Ma queste aggressioni purtroppo sono cosa quotidiana in questa pseudo società multirazziale. Di Michele in Italia ce ne sono tantissimi, ragazzi Down, Disabili, Ragazzine sole, donne qualsiasi o semplicemente persone normali che non hanno la forza di difendersi. Nostri concittadini schiacciati dalla forza dell'ultimo arrivato che senza alcuna pietà e senza nulla da perdere affonda i suoi infami artigli sulla sicurezza di tutti noi portando odio e terrore. La storia del nostro amico Michele, serve per far capire a tutti noi che non è tutto così roseo come i media corrotti e deviati ci vogliono far vedere. Il mito della società multiculturale è fallito, molto tempo fa. Oggi la convivenza se non impossibile è difficilissima perchè coloro che sono ospiti non si comportano affatto come tali. Dobbiamo prendere coscienza di tutto questo, dobbiamo con forza schieraci dalla parte di Michele e di tutte le altre silenziose vittime dell'immigrazione...
"Non vorrei mai rimanere da solo.. Mi piace la compagnia degli amici, mi fa stare bene, mi fa stare sicuro.. da solo è brutto.. mi fa male.. L'amore è una cosa bella, ne ho tanto da dare, ma chi semina odio.. raccoglierà tempesta..."
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