Equitalia mi ha portato via tutto...
"Una storia italiana, di chi non ce la fa più. Un'Artigiano schiacciato dalle tasse, costretto a vendere ogni suo avere e a vivere in un furgone..."
Storie Italiane al tempo della crisi - di Luisa Rozio
Storie Italiane al tempo della crisi - di Luisa Rozio
"Mi svegliavo alle 4 e mezza del mattino, poco dopo le 5 ero già in officina ad accendere i macchinari, alle 6 e mezza arrivavano i miei operai, ai tempi d'oro erano in cinque. Si lavorava senza sosta tutto il giorno. La fatica era tanta, i sacrifici pure ma la soddisfazione alla sera ripagava tutti gli sforzi.. Poi è arrivata la grande crisi, non abbiamo capito come sia successo, ma il lavoro diminuiva.. Finché ho potuto, ho rinunciato alla mia paga per garantire lo stipendio a quei giovani volenterosi, poi non ce l'ho fatta più.. Uno dopo l'altro li ho dovuti licenziare.. Mi piange il cuore solo a pensarci..
Sono rimasto da solo, bastava una persona per fare il lavoro che un tempo era per 7..
L'Agenzia delle Entrate però non ha considerato che le cose non erano più come ai bei tempi.. Studi di settore ammazza-gambe, Tares assurda, Imu Vergognosa..
In pochi mesi ho perso tutto.. Per pagare il debito con il fisco ho venduto i macchinari, la mia auto, il capannone, tutti i frutti di una vita di lavoro e sacrifici, ma non bastava...
Mia moglie se n'è andata con la mia bambina, ho fallito.. Ho perso la casa.. Non ho più nulla... solo la mia disperazione..."
Il racconto di Battista Melarin, ex artigiano Friulano, si interrompe bruscamente tra le lacrime. Oggi vive vicino a Cologno Monzese (MI) la sua casa è un furgone vecchio di quasi vent'anni, tutto ciò che gli è rimasto. La moglie l'ha lasciato, il dramma del fallimento e di Equitalia l'ha allontanata con figlioletta al seguito, è solo, vive di quel che trova nella spazzatura, ogni tanto va alla Caritas ma non ama quel posto ormai in mano agli immigrati. Trova qualche lavoretto saltuario, umile, di quelli che neppure gli extracomunitari vogliono fare, giusto per racimolare qualcosina.. Non ha assegni di disoccupazione, perchè non spettano a chi lavorava in proprio, non ha sussidi, perchè non spettano agli italiani..
"Prego il Signore, gli chiedo cosa ho fatto per meritare tutto questo? Non risponde..
Non voglio la carità di nessuno, non voglio aiuti o privilegi, sarebbe bastato uno stato più tollerante, meno tassatore, capace di capire che in quella situazione quelle cifre erano impossibili da versare.. Invece.. hanno voluto tutto.. mi hanno portato via tutta la mia vita.. mi hanno sbattuto in mezzo ad una strada come fossi l'ultima scarpa rotta trovata per terra.. Io non sono stato una priorità per il mio paese.."
Fa male ascoltare queste parole, le sue lacrime contagiano anche i nostri occhi. In fin dei conti sarebbe tutto così semplice: gli italiani non vogliono i 45€ al giorno di sussidio come i clandestini, non vogliono i pasti caldi alla Caritas, non chiedo Case Popolari ad uso gratuito, implorano solo pietà. Battista chiedeva semplicemente di essere lasciato in pace, voleva un fisco giusto alla sua portata. A lui bastava un po' di giustizia sociale...
Questa storia, drammatica, è una delle tante che ogni giorno leggiamo nella nostra posta, sono in tanti a vivere questo dramma inascoltato. Le istituzioni pensano ad altro: clandestini, svuota carceri, droga libera, ius soli, matrimoni gay, rimpasto di governo ecc.. Intanto il paese reale muore, altro che luce infondo al tunnel, in Italia è buio pesto...
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