Due Giorni Segregata in un Campo Rom
"Dopo il tentativo di rapimento ai danni di una neonata a Roma, compiuto da una Nomade, parla una giovane ragazza che all'età di 5 anni fu strappata alla propria famiglia da un gruppo di Zingari"
Le Storie Esclusive della Zanzara del Web - A Cura di Luisa Rozio
Le Storie Esclusive della Zanzara del Web - A Cura di Luisa Rozio
Ponte Mammolo - Periferia di Roma. Una giovane mamma si siede su di una panchina per cambiare la sua piccola bambina neonata. Un'abitudine, un gesto materno normale in attesa dell'autobus che le condurrà a casa. Negli occhi della donna, la fatica di una giornata di lavoro, la preoccupazione per il mutuo, le bollette, l'Imu che oggi non c'è e domani chissà, la Tares, la Trise, le imposte comunali che la giunta di Sinistra si prepara a riscuotere. Nonostante tutto, la gioia di quella piccola creatura tra le braccia, un angelo caduto dal cielo, nato dall'amore di una Famiglia vera e piena di calore. Tutto pare dunque essere nella normalità. Ma qualcuno, ha deciso che quella normalità deve essere turbata, distrutta, sconvolta. In un attimo di distrazione, si avvicina una Rom, una zingara senza cuore, un'immigrata come tanti, di quelli che vivono al di sopra della legge e delle regole. Una senza fissa dimora che come una zecca parassita succhia le risorse delle nostre comunità dall'interno di un campo nomadi abusivo. Un'essere senza patria, senza onore, che non vive le preoccupazioni degli italiani, perchè a lei è concesso tutto e non è mai richiesto niente. Questa donna, che non bisognerebbe neppure definire tale per rispetto all'intero universo femminile a cui certo non può e non deve appartenere, con il più ignobile e infame dei crimini, strappa quella piccola creatura indifesa dalla braccia inermi della spaventata e pietrificata madre e fugge via, sperando di portare con se quel piccolo essere umano... Fortunatamente, qualche eroico cittadino, riesce a fermare questa disgraziata e consegnarla alla giustizia. Ogni pena sarà sempre troppo lieve, per il gesto compiuto, ma almeno la piccola bambina è riuscita a tornare tra le braccia della madre...
Purtroppo, laddove è viva la presenza di Campi Rom, questi fatti sono all'ordine del Giorno, a volte finiscono bene, come in questo caso, ma in altre occasioni, dei poveri bambini non se ne sa più nulla. Venduti ai Pedofili, ai trafficanti di Organi, ceduti come schiavi per prostituzione e accattonaggio... Non osiamo immaginare a quali atroci sofferenze vengano sottoposte le inermi creature strappate da questi infami all'amore della propria Famiglia. Ma c'è anche chi, è finito in questo circolo infame ma dopo due giorni di prigionia e terrore è riuscito a salvarsi.
Questa è la storia di Jennifer. Oggi è una ragazza di 21 anni, studia e lavora come una qualsiasi coetanea, ma tanto tempo fa, nel 1997, quando ne aveva solo 5, ha passato 48 ore da incubo in un campo Rom. Rapita da due Nomadi, portata nella loro abitazione, segregata e liberata solo due giorni dopo...
"Eravamo andati al parco, con i miei genitori e mio fratello Michele più grande di me. Ci andavamo ogni sabato. Si giocava, si correva, si stava insieme... Era una splendida giornata di sole, l'aria era fresca ma si stava bene. Mi ricordo che Papà giocava al pallone con mio fratello, io giocavo nella sabbia vicino alle altalene, la mamma era li vicino che chiacchierava con un'amica... Sono andata dietro allo scivolo, non ricordo perchè. Ricordo solo questa ragazza con una gonna lunghissima, una treccia che arrivava quasi ai piedi.. Si è avvicinata, mi sorrideva.. Ricordo che mi diede una caramella alla frutta... Mi disse che ne aveva altre... Da qui in poi tutto è molto sfocato. Ricordo che la tenevo per mano, camminammo nel boschetto.. Non eravamo soli.. c'era una terza persona, un'altra donna più anziana... Poi una grossa macchina nera. Siamo salite..."
Come ben potete immaginare, i ricordi di Jennifer sono chiari ma ovviamente, vista la tenera età che aveva non possono essere dettagliati. Di certo da questo punto il suo racconto si fa più cupo e anche il suo viso svela la paura che ha certamente ha provato in quei momenti..
"Chiedevo della mia mia mamma, del mio papà... Mi rispondevano che mi aspettavano a casa, che dopo li avrei visti. Ricordo che piangevo, allora la ragazza mi accarezzava il viso e mi asciugava le lacrime. Vedo ancora quel suo sguardo dolce e premuroso. Sembrava la mia mamma, ma non lo era... Non so dire quanto abbiamo viaggiato. Io ero sul sedile posteriore con la giovane, davanti la donna anziana e un ragazzo alla guida di cui non ricordo il volto, forse non l'ho neppure mai visto. Ricordo il momento dell'arrivo. La macchina si ferma. I due davanti scendono. Passa del tempo, rimaniamo li. Poi la porta si apre. D'un tratto ho visto tutto buio e mi mancava il respiro. Mi sentivo sballottare, trascinare, prendere di peso. Probabilmente mi hanno messa in un sacco di stoffa o qualcosa di simile. Ricordo che piangevo, lacrimavo ma non sapevo che fare, sento ancora oggi i brividi di paura che provai in quei momenti...."
Jennifer viene condotta in una baracca all'interno del Campo Rom, siamo nella periferia di Torino. Non vede le facce di chi le sta facendo questo, se non quella di una giovane che l'ha presa in temporanea custodia. Più avanti capirà che è stata rapita, che è stata strappata alla sua mamma, alla sua Famiglia. In quei due giorni lunghissimi però, una bambina di appena 5 anni, non si può rendere conto della drammaticità della situazione...
"Mi hanno tolto questo cappuccio e mi sono ritrovata in una baracca. Non ricordo quasi niente, solo che c'era un cavallino a dondolo.. Era rotto, sporco, ma ci si poteva salire. C'era anche quella ragazza, che mi tranquillizzava, mi diceva che tra poco sarebbe arrivata la mia mamma.. Non ci credevo... Non so quanto tempo sia passato. Ricordo che è diventato buio, era sera. Faceva freddo. Mi ha posto una copertona sulle spalle, per proteggermi. All'improvviso è entrato un uomo. Ricordo solo i suoi occhi di ghiaccio, azzurrissimi. Parlavano una lingua che non capivo. Si è avvicinato. Ricordo che mi ha toccata, guardata... Non so altro..."
La stessa Jennifer non sa dire se a questo punto le sia stato fatto del male oppure no. Una perizia medica successiva, rivelerà che non ha subito abusi sessuali, ma che comunque il suo corpo e i suoi genitali avevano delle escoriazioni abbastanza visibili. Probabilmente ha subito una violenza, ma per qualche motivo, fortunatamente non è stata consumata fino in fondo.
"Da questo momento non so più nulla... Mi hanno poi detto che erano passate 48 ore... Non so cosa sia successo.. ogni tanto ho dei flash, vedo quest'uomo che mi guarda, sento che avevo paura.. Come se avessi rimosso.. I ricordi mi portano alla sera dopo, quando la porta si apre di colpo.. Una donna che non avevo mai visto entra urlando, mi prende in braccio.. Ricordo la corsa.. una macchina.. una panchina... e poi mi sono ritrovata all'ospedale tra le bracia di mia madre.."
Le ricerche delle Forze dell'Ordine, erano vicine al campo, probabilmente queste carogne, sentendosi braccate, hanno deciso di liberasi della piccola.. 48 ore in mano a questa gentaglia, 48 ore di paura in un posto abbandonato da Dio, 48 ore nelle grinfie di questi criminali senza patria e senza scrupoli. Le indagini degli inquirenti, non porteranno mai al ritrovamento dei veri colpevoli, non si saprà mai perchè Jennifer è stata rapita, quali pene le sono state inflitte e sopratutto a quale macabro destino la volevano consegnare. Fortunatamente per lei, in fondo a questa storia s'è potuto scrivere un lieto fine, ma non a tutti è andata così bene...
"A volte mi raccontano di bambine rapite da queste gentaglie e messe sulle strade a prostituirsi o magari vendute ai pedofili perversi quando ancora sono piccine come ero io. Sento dei trafficanti di organi dell'Est Europa, sento degli abusi, delle violenze.. Mi rendo conto di essere stata fortunata, ma purtroppo capisco anche che non tutti hanno questa fortuna.. Bisogna fermare queste barbarie ignobili, chiudere e smantellare questi luoghi perversi senza legge e senza controlli. Cacciare a pedate queste persone che non meritano neppure di essere definite così.. Quando capirà la nostra politica che questi qui, vivono solo per delinquere? Quando si prenderanno provvedimenti seri anche in Italia? Aspetto con ansia risposte, in tanto mi tengo stretta la mia bambina e non la perdo di vista neppure un'attimo perchè il criminale è dietro l'angolo che aspetta solo la nostra disattenzione..."
di Luisa Rozio (Ringraziamo Jennifer G. per la preziosa testimonianza)
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