Il Grido di Dolore di una Mamma Italiana
"Crescere da sola un ragazzo disabile non è facile, ma lo stato italiano riesce a rendere tutto ancora più difficile"
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Giovanna Lamberti
Una Mamma Italiana
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Gentile Redazione de La Zanzara del web,
vi scrivo la presente perchè da molto tempo seguo con attenzione il vostro blog e le vostre drammatiche inchieste/interviste. Vi voglio ringraziare per il grande lavoro che fate, in questo paese è raro trovare qualcuno che abbia il coraggio di metterci la faccia e di fare un'informazione libera, senza censure e senza condizionamenti.
Con l'occasione, vorrei rubarvi alcuni istanti, per raccontare a voi che siete gli unici capaci di ascoltare per davvero, la triste storia della mia vita.
Oggi 5 Dicembre è il mio compleanno. Sono arrivati i quarant'anni, nonostante tutto sono riuscita ad arrivare fino a qui. Vivo in un bilocale nella periferia Nord di Torino. Un bagno, cucina+salotto che di sera diventano la mia camera da letto e la camera di mio figlio Gabriele. Io ho un figlio, ha ormai 20 anni, è affetto da una rarissima forma degenerativa di Distrofia Muscolare. La sua giornata è divisa tra letto e carrozzina. Da qualche mese non riesce neppure più a mangiare, vive grazie ad una macchinetta che in pratica mangia e respira al posto suo..
Siamo soli, non abbiamo altri parenti, nelle necessità c'è Elvira, un'anziana vicina di casa che a 70 anni trova ancora la forza di darci una mano. Il Padre di Gabriele è scappato, non ha sopportato la notizia di avere un figlio malato. Vigliacco? Codardo? Infame?
Non lo so.. so solo che siamo rimasti da soli..
Io non posso lavorare, perchè Gabriele va assistito 24h su 24.. Una volta a settimana viene l'assistente sociale, facciamo fare ginnastica al mio bambino (è grande ma per me è sempre il mio bambini) dicono che aiuta, ma grossi progressi non ci sono..
Lo stato passa a mio figlio un'assegno che arriva circa ai 1000€ al mese. L'affitto ne porta via 300€, poi le bollette, qualcosa da mangiare... ma sopratutto le cure mediche.. il sistema sanitario ci passa qualcosa, ma non è abbastanza... Viviamo in continua precarietà tra un ritardo nell'affitto e un rischio di distaccamento della luce..
Incredibilmente, nelle case popolari, per noi non c'è mai stato posto, dicono che ci sono prima le famiglie di stranieri, quelle con tanti figli, quelle con i lavori in nero, quelle senza reddito..
Per noi tuttalpiù c'è una pacca sulla spalla..
Io ero figlia unica, i miei genitori non erano benestanti, ma dopo anni di lavoro e sacrifici avevano messo qualcosa da parte.. Viviamo grazie alla loro eredità..
Ho paura, perchè quel piccolo gruzzoletto non resisterà in eterno...
Abbiamo pagato da poco la TARES oltre 200€... per 50 metri quadrati...
Ormai praticamente non mangio più, il giorno del mercato, lascio Gabriele con Elvira e vado a fare un giro mentre i negozianti smontano le loro bancarelle. Siamo in tanti, tutti italiani, cerchiamo un pochino di frutta, qualche verdura.. anche se sono ammaccate per me vanno bene lo stesso.. Io vivo di quello.. Non posso permettermi altro...
Due volte al mese andiamo in ospedale, visita e terapia che dovrebbe essere più che altro compassionevole.. Al ritorno Gabriele è visibilmente stremato.. lo metto a letto.. io mi appisolo vicino a lui.. alla fine, anche nella nostra difficoltà, troviamo il lato positivo..
L'altra sera sono dovuta andare in Farmacia, l'unica nei dintorni aperta per turno, dovevo acquistare un medicinale che avevo finito..
Al ritorno sono dovuta passare in una strada non molto frequentata...
Un gruppo di ragazzi africani, vivacchiava sotto una pensilina, li sentivo ridere.. Bevevano fiumi di alcool.. Sono passata dall'altro lato della strada, avevo una certa paura.. Loro devono aver capito questo mio gesto.. Così hanno iniziato ad urlare.. "Puttana vieni qui che ci divertiamo con te.. Vieni troia italiana.. Dove scappi zoccola italiana, hai paura dell'uomo negro??" Confesso che ho avuto paura.. ho aumentato il passo, uno di loro ha tentato di attraversare la strada.. poi un'auto della polizia ha svoltato.. ho allungato il passo.. e sono rientrata.. Qualcuno da lassù mi ha dato una mano..
Ho riflettuto molto dopo quella sera, non ho raccontato a nessuno quella vicenda, fino ad oggi. Mi voglio confidare con questo Blog, perchè trovo che sia l'unica realtà della rete, sulla quale si può parlare di queste cose senza essere ghettizzati e attaccati.
A me è andata bene, purtroppo non sempre va così..
Ci sono molte ragazze e donne italiane che ogni giorno cadono nelle mani della violenza immigrata. Il paradosso è che mentre noi italiani siamo nella situazione drammatica di non aver più di che vivere, nell'indifferenza quasi totale delle istituzioni e dei media, questi stranieri sono mantenuti con le nostre tasse e non contenti portano ancora odio e dolore.
Non faccio appelli alle istituzioni, so che cadrebbero nel vuoto..
Mi appello alla coscienza degli italiani per bene, degli onesti, dei lavoratori, delle famiglie, degli ammalati, degli anziani, dei genitori... State attenti, aprite gli occhi, svegliatevi.. Fermiamo questo declino, fermiamo questo schifo...
L'unica arma che abbiamo è la protesta pacifica, scendere in piazza in silenzio, perchè a volte è più assordante che mille parole..
Attendo con ansia il 9 dicembre per vedere cosa accadrà...
Mi auguro che non sia la solita presa in giro grillina, no global, no tav, centri sociali e tossicume vario..
Spero che sia davvero la rivolta pacifica degli italiani, che si riprendono la propria nazione e cacciano a pedate l'invasore ed il complice che l'ha lasciato entrare..
Giovanna Lamberti
Una Mamma Italiana
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