Parla la Vittima dello Stupratore Seriale
"Finalmente è stato preso, ma la tranquilla città di Saluzzo ha vissuto settimane di terrore a causa del Marocchino senza fissa dimora che aggrediva e molestava le donne"
L'Intervista Esclusiva - di Luna De Gattis
L'Intervista Esclusiva - di Luna De Gattis
Per settimane, la borghese città di Saluzzo, è stata in balia di uno spietato stupratore seriale. Il vigliacco agiva con il calar della notte, individuava le sue vittime sempre tra le donne sole che rientravano a casa dopo una lunga giornata di stancante lavoro. Bastava uno sguardo di troppo e il delinquente entrava in azione, prima le rapinava chiedendo loro soldi, cellulare e altri oggetti di valore, poi tentava la violenza sessuale. Uno stupratore seriale che approfittava di italiane innocenti per soddisfare le sue frustrazioni sessuali e la sua sete d'odio. Grazie all'ennesimo ottimo lavoro dei Carabinieri di Saluzzo, l'incubo è finito (LEGGI LA NOTIZIA) ma per le sue vittime, la paura è ancora viva anche a distanza di diversi giorni. Ha deciso di raccontare la sua storia, una giovane ragazza italiana che nel 2010 venne stuprata proprio da un Marocchino come il bastardo di cui sopra. Anche nel suo caso, il carnefice venne arrestato, ma fu un'amara soddisfazione, perchè quei tragici momenti, proprio non si riescono a dimenticare..
"Quando per strada incrocio uno straniero, ancora ho paura. Il cuore mi batte a mille, inizio a soffrire di tachicardia, mi tremano le mani, sudo. Ogni volta mi torna in mente quella sera, quelle immagini indelebili sono sempre nei miei occhi, sento ancora le sue mani viscide, vedo i suoi occhi senz'anima, il suo sguardo assente.. Non è facile convivere con questo peso nell'anima. Sono passati quattro anni, ma la ferita non si margina. Non vivo più, ho tentato il suicidio tre volte, sono stata salvata dai miei genitori all'ultimo secondo. Non ho più rapporti con un uomo, non mi fido di nessuno, passo da uno psicologo all'altro, la mia vita è rovinata. Non sarò mai più quella che ero prima"
Se per il carnefice, nella peggiore delle ipotesi, la vita riprende con una pacca sulla spalla, un sussidio, una casa, un lavoro e una nuova rinascita dopo pochi anni di carcere, per le vittime non è affatto così facile. Le ferite fisiche, si rimarginano, quelle morali, quelle dell'anima, assolutamente no. Non è facile raccontarsi, ma quelle immagini sono sempre vive nella mente di chi subisce tali abomini, a volte è dunque liberatorio parlarne..
"Ricordo che mi ritrovai con la faccia contro un muro, immobile, con i muscoli contratti. Non riuscivo neppure ad urlare. I pantaloni caddero, così come il mio intimo e la mia dignità. Sento ancora il brivido della lama fredda sulla mia pelle, quel coltello che trasformò in brandelli i miei indumenti, poi un corpo caldo e molliccio, una lingua sudicia e bavosa sulla mia guancia, una mano rugosa e sporca sul mio seno, un tentativo di penetrazione... Poi quel schifo nella mia bocca, quel gusto acre, rancido, la mia vita che veniva annullata da quel mostro.. Poi l'asfalto, il freddo, il mio corpo nudo a terra.. Le parole di conforto degli amici, dei parenti.. La presa di coscienza.. la voglia di farla finita"
Laura (nome di fantasia) si sfoga, piange, parla a ruota libera e senza censure trascriviamo ogni sua parola. La sua voce è tremolante, il solo pensiero ancora la spaventa, pare rivivere ogni singolo attimo di quella tragica esperienza. La minuziosità dei dettagli, il ricordo degli odori, dei rumori, delle sensazioni dimostra che in quella serata, a questa povera ragazza italiana, è stata inflitta una cicatrice indelebile.
"A volte leggo di gente che predica il buonismo, l'accoglienza e l'integrazione. Parlano perchè non sanno, non hanno mai provato sulla loro pelle, il vero volto di ciò che vorrebbero diffondere in questa nostra società malata. Per questi criminali, basta uno sguardo di troppo, un'insignificante incomprensione, una parola non capita. Si considerano eternamente vittime, sempre incompresi e discriminati. Molti italiani sono loro complici, perchè avvalorano queste assurdità e sostengono questi deliri. Sento di nostri concittadini che difendono a spada tratta questi invasori, attaccando chi come voi invece difende la propria gente. Francamente è incomprensibile. Vorrei che questa gente provasse il mio dolore, magari capirebbe molte cose.."
Impossibile non essere concordi, impossibile non essere solidali, impossibile non essere dalla parte di questa ragazza e di tutte le altre vittime dell'immigrazione. Pensate quello che volete, o voi ipocriti ed illusi, continuate ad amare lo straniero invasore e a calunniare il vostro fratello coraggioso che cerca di salvare la vostra patria. Un giorno capirete, speriamo non sia poi troppo tardi...
"Se la vittima fosse tua moglie o tua figlia, diresti ancora che si è inventata tutto??"
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