Gli stupratori dimenticano, le vittime no!
"Parla una ragazza violentata due anni fa da un "Profugo", passano gli anni ma il ricordo di quella sera non l'abbandona mai.."
Le Interviste de "La Zanzara del Web" - di Luna De Gattis
Le Interviste de "La Zanzara del Web" - di Luna De Gattis
"Era orribile, senza denti, il viso segnato dalle cicatrici. Gli occhi esprimevano odio e disprezzo, il suo italiano stentato ancora echeggia nelle mie orecchie, quella faccia orribile è ancora nei miei occhi.. Non dimentico, non ci riesco.."
Il bastardo di cui stiamo parlando, è un "povero profugo" iracheno. Un "migrante" accolto e mantenuto da tutti noi, uno di quelli a cui lo stato italiano garantisce 45€ al giorno come sussidio. Considerato un povero cittadino del mondo da aiutare, un "nuovo italiano" da accogliere e tutelare. Si rivela ben presto per ciò che è, un'infame, un maniaco perverso, uno stupratore senza scrupoli alla ricerca costante di una vittima. La malcapitata, in questo caso, è Lidia (nome di fantasia) una donna di 42 anni che vive e lavora in quel di Milano. Quella sera, dopo una lunga giornata di fatiche, aspettava come sempre il suo autobus, per ritornare al suo piccolo appartamento pagato con tanti sacrifici. Purtroppo, un Clandestino troppo in fretta accolto, ha deciso che non sarebbe andata così...
"Aspettavo il Bus, come sempre, era già tardi. Non c'era nessuno, solo quell'immigrato seduto su di una panchina. Avevo un po' di timore, ma non feci troppo caso a quell'essere. D'un tratto inizia a chiamarmi, con un'italiano stentato tenta un'approccio ma ben presto diventa molestia. Io rifiuto le sue proposte, lo respingo, mi sposto, fingo di chiamare qualcuno al telefono. Lui si innervosisce, prende il mio cellulare e lo butta in mezzo alla strada, poi mi afferra per i capelli e mi trascina dietro la vicina siepe che copre i giardinetti. E' questione di pochi istanti. Mi ritrovo a terra, con i vestiti strappati, i collant a brandelli e quell'essere schifoso e maleodorante addosso. E' senza detti, sporco e viscido. Mi lecca il volto, prova a baciarmi ma tengo chiusa la bocca il più possibile. Mischia parole in un'italiano approssimato con termini probabilmente in Arabo. Sento il suo organo molliccio ed insignificante strusciare contro la mia vagina. Incasso gli insulti, le parole volgari, cerco di divincolarmi. Mi colpisce, mi immobilizza e prova a penetrarmi. Ad un tratto si alza di colpo, corre via. Grazie a Dio sono arrivati i soccorsi.."
I soccorsi arrivano, chiamati da un passante che ha visto tutto, ma non ha avuto il coraggio di intervenire. Abbiamo provato a rintracciarlo, ma si è negato. In una battuta ci ha comunque spiegato la sua paura, temeva infatti di essere accusato da qualche bizzarro magistrato, magari di razzismo o abuso di legittima difesa, l'Italia è anche questo..
"Sono passati due anni, ma non riesco a dimenticare. Per caso mi sono imbattuta nel vostro Blog, ho letto storie che mi hanno ricordato la mia, ho visto anche molti commenti che mi hanno fatto davvero rabbrividire. Gente che non crede, che nega l'evidenza e che si schiera sempre dalla parte del delinquente. Ho voluto raccontarvi la mia esperienza, proprio per costoro. Vedete, lo stupratore al massimo, può farsi qualche mese di carcere, qualche anno forse, passato in un luogo tranquillo e pieno di confort. Dopo, tutto è finito. Questa gente non si pente, quell'infame che mi ha fatto questo, mentre che veniva arrestato, diceva agli agenti che era innocente, perchè io ero solo una donna.. solo una donna.. per questi "migranti" noi vittime, siamo solo delle donne, dunque non meritiamo compassione o pena. Questo vorrei far capire ai tanti buonisti che leggendo queste storie si fanno una risata e gridano al falso. La donna stuprata, picchiata o uccisa dal clandestino potrebbe essere vostra madre, vostra sorella, vostra moglie o vostra figlia. Questi vigliacchi non guardano in faccia a nessuno. Non hanno pietà. L'unico modo che abbiamo per fermarli, è cacciarli da questo paese. Iniziamo a denunciare, a diffondere queste notizie, non neghiamo la verità, portiamo la giustizia, non facciamoci sopraffare dalla censura e dall'omertà.. Ascoltatemi per favore, affinchè la mia sofferenza sia da monito e che non capiti mai più a nessuna di noi.."
Non ho altro da aggiungere, dopo questo sfogo che ho voluto riportare integralmente, non mi resta che salutarvi, cogliere l'appello della nostra amica, farne tesoro e auspicare che molti di voi possano trarne le giuste conclusioni...
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