Pestata e Umiliata dal Marito in nome di Allah
"Dopo la notizia sconvolgete del Pakistano Marito-Padrone di Prato, raccogliamo la testimonianza di una donna Magrebina che svela il livello di integrazione dei Nuovi Italiani partendo dal suo ex compagno"
Se nascono o vivono e lavorano in Italia, sono Italiani a tutti gli effetti - C.Kyenge
Le Interviste Esclusive de "La Zanzara del Web" - di Luna De Gattis
Siamo ancora sconvolti dopo aver appreso la notizia del "Nuovo Italiano" d'origine Pakistana che per anni ha massacrato ed umiliato la malcapitata moglie e a catena i loro figli che cercavano di difenderla. Una furia inaudita, figlia di una cultura primitiva lontana anni luce dal nostro mondo e della nostra storia. Un modo di vivere i rapporti famigliari e civili che nulla ha a che fare con noi, con la nostra Italia. Purtroppo l'immigrazione continua voluta da Sinistra e Grillini, ha riempito il nostro piccolo stato di questa gentaglia, oggi vivono in mezzo a noi disprezzando ciò che siamo e ciò che rappresentiamo. Il caso di Prato che tanto ha fatto parlare, non è però un caso isolato, sono pochissime le donne schiave che hanno il coraggio di opporsi e di ribellarsi, ancor meno sono quelle che denunciano questi autentici criminali. Abbiamo incontrato una di queste donne coraggio, la sua storia, brutta storia, finisce 2 anni fa ma è ancora viva nei suoi occhi pieni di paura e vergogna..
"Io ero la sua schiava. Al mattino dovevo alzarmi presto, preparare le sue cose, la colazione. Quando si svegliava doveva avere tutto pronto. Usciva di casa intorno alle 7. Mi chiudeva dentro, non mi era permesso uscire, neanche per le necessità. Diceva che andava al lavoro, ma in realtà passava le giornate insieme ad altri suoi amici, tutti balordi, tutti mantenuti dallo stato italiano... Quando se ne andava, iniziava il mio lavoro, dovevo pulire la casa, fare il bucato, preparare una cena adeguata. Al suo ritorno tutto doveva essere perfetto, in ordine, preciso. Entrava e già capivo come sarebbe andata la serata..."
Fin qui, il racconto è triste, ma non traspare ancora la violenza inaudita che leggerete tra poco. Abbiamo un Magrebino, mantenuto dalla collettività italiana, un perdi tempo come quasi tutti quelli della sua specie, poco incline al lavoro, decisamente di più al alcool, alla faccia dei dettami dell'Islam. I soldi li recupera dalla istituzioni, alle quale porta anche le bollette da pagare, ufficialmente è disoccupato, dunque è un problema dei cittadini onesti. Ma dietro quell'immagine di "migrante" poverello, si nasconde un'autentica bestia..
"Entrava in casa, mi guardava, sghignazzava quasi ogni volta, beffardo. Era quasi sempre ubriaco. Gironzolava per le stanze del nostro appartamento, guardava la nostra bambina di soli due anni che dormiva nel suo lettino, imprecava contro Allah perchè non era arrivato il maschio che tanto desiderava, come da tradizione. A quel punto.. sfogava la sua rabbia, il suo odio, il suo rancore.."
Qui il racconto si fa pesante, crudo, violento. La lettura è sconsigliata a chi potrebbe facilmente impressionarsi, volutamente non abbiamo censurato nulla, perchè sia a tutti chiara la dinamica delle cose..
"Mi prendeva per un braccio e scendevamo giù in cantina. Quello che doveva essere un garage, era diventato uno stanzone delle punizioni, delle torture, della mia agonia. Ogni volta era diverso, nei modi, nei metodi, ma non nel risultato. Da qui sotto le mie grida di dolore non potevano essere udite da nessuno, quel vigliacco lo sapeva, per questo mi conduceva sempre li. Giunti sotto mi dovevo spogliare.. Mi dovevo poi inginocchiare a quattro zampe ai suoi piedi.. A questo punto con una mano penetrava nella mia vagina, per un'umiliante e dolorosa ispezione che secondo lui sarebbe dovuta servire per capire se l'avevo tradito durante la sua assenza. Stessa cosa faceva nel ano. A questo punto iniziava il consueto interrogatorio, perchè dall'ispezione uscivo sempre colpevole. Era geloso, possessivo, morbosamente padrone. Mi accusava di adulterio, diceva che se fossimo stati al nostro paese, la mia pena sarebbe stata la lapidazione, ma visto che era clemente, mi avrebbe solo punita, per questa volta. La carrellata delle punizioni era lunga e variegata: si passava dalle 50 frustate, ai clisteri punitivi di lozione lassativa che dovevo trattenere per poi evacuare in una vasca da bagno in cui poi avrei dovuto passarci la notte. Sento ancora sulla mia pelle il dolore delle cinghiate, delle torture al seno e alla vagina. Sento ancora il gusto amaro della sua urina, dei suoi sputi e dello sperma che ad ogni finale di tortura puntualmente finiva nella mia bocca. In quelle sezioni sadiche venivo penetrata, stuprata in ogni modo, con ogni oggetto. Finito il tutto, dovevo pulire, lavarlo, lavarmi e mettere in tavola la cena come se nulla fosse..."
Bastardo, immigrato di merda bastardo. Lurido magrebino schifoso. Dopo aver ascoltato questa testimonianza queste sono le prime parole che mi sono venute in mente.. Null'altro. Non c'è molto altro da aggiungere. Questa donna coraggiosa, dopo tre anni di torture ed umiliazioni, ha avuto la forza di denunciare. A dire il vero, l'infame, non ha pagato, perchè è fuggito, se ne andato. Magari è ancora in Italia con un'altro nome, cosa tipica per queste genti, cambiano generalità e chi li becca più? Lei ha pagato certamente il prezzo più grande.. Adesso medita di lasciare questo paese per andare nel Nord Europa, l'Italia le sta stretta, troppo Islam, troppi immigrati irregolari, troppa delinquenza, nessun controllo. Non è il posto che fa al caso suo, specie dopo un'esperienza del genere. Ci lascia però un monito da non sottovalutare, un vissuto che certamente dovrebbe farci riflettere. Quella bestia, quel figlio di Allah, era in questo paese da 10 anni, ufficialmente integrato, un "nuovo italiano" come dice Beppe Grillo o la ministra congolese Kyenge, una persona insospettabile. Non lavorava, viveva grazie al sussidio di 45€ al giorno e alle donazioni delle istituzioni che in questi casi si dimostrano sempre caritatevoli. Un perfetto cittadino da Ius Soli e Cittadinanza. Uno che potrebbe pure votare e candidarsi alle elezioni.. Non aggiungo altro.. Meditate Italiani...
Commenti
Posta un commento
Lascia un commento alla redazione di Ne Parlano a Cuneo.
L'informazione libera e senza censure, la voce della Gente della Granda.